Chiara è tornata, la vincitrice di X Factor di 2 anni fa presenta il suo secondo lavoro ufficiale dal titolo “Un giorno di sole”. Nell’ultimo anno e mezzo la talentuosissima cantante ha riordinato le proprio idee, si è concentrata sulle emozioni vissute nell’ultimo periodo, sulle molteplici sensazioni che le hanno fatto conoscere lati di se stessa che non conosceva. La notorietà arrivata velocissima nella sua vita è stato un impatto con il quale si è dovuta confrontare e non sempre è stato facile, come lei stessa ha dichiarato nelle varie presentazioni del suo nuovo lavoro. Riportiamo qui sotto per intero l’intervista rilasciata alla repubblica.it: Questo nuovo album è il risultato di un percorso. Che cosa contiene? “La musica ti espone molto perché tu sei vera quando la fai. Mi ci è voluto tempo per imparare a difendermi da questa esposizione che implica anche forti critiche e giudizi feroci. Un giorno di sole, volevo che portasse chiarezza in un periodo di buio. Volevo mostrare questo già dalla copertina, infatti nell’immagine la luce mi colpisce in modo metaforico. Potrebbe essere la sintesi del periodo che ho attraversato. Le undici canzoni del disco, avendo avuto un anno e mezzo per lavorarci, sono frutto di esperimenti. Ho collaborato con tante persone, e in ognuna sono riuscita a mettere del mio. Ho imparato l’importanza di dare un’interpretazione autobiografica: le canzoni sono state scritte per me, mi sono state cucite addosso e io dovevo completare il lavoro attribuendo a ciascuna un periodo che avevo realmente vissuto. Così sfogliando il libretto ora rivedo tutto il mio percorso”. Un giorno di sole è il primo singolo. Scritto da Daniele Magro, è un tuffo negli anni 60. “Quando ho sentito questa canzone la prima volta mi sembrava strano che ci fosse un testo piuttosto tragico, con una melodia spensierata, una strofa molto moderna e un ritornello anni 60. Mi è sembrata subito molto interessante, era quella giusta per iniziare il percorso. Anche se parla della fine di un amore è comunque piena di luce, quella che per un po’ non riuscivo più a vedere. Musicalmente mi metteva subito alla prova in una nuova direzione”. A proposito di sonorità ci sono altre novità. Che valore dai, ad esempio, è un pezzo che fa ballare. “Si, fa ballare anche me e già questo è un miracolo. Bisogna sempre sperimentare, quindi oltre alle ballate lente ho voluto mettere molto ritmo. Ho mantenuto la tradizione italiana ma con un respiro anche internazionale. Ballare dà gioia, bisogna assolutamente farlo”. In Nomade citi Frida Kahlo, grande artista e grande donna. “‘La realtà non serve se hai ali dietro a te, l’ha detto Frida Kahlo, tu vola via con me’, che bella frase… Pensa che nel libretto ho messo una foto in cui indosso una maglietta di Frida Kahlo, che è un’artista che ho sempre amato, ancor prima che diventasse così popolare. L’ammiro per la storia piena di dolore e di forza, una personalità eccezionale, piena di talento, capace di tirare fuori il meglio anche dalle esperienze negative”. Qualche esperienza negativa l’hai attraversata anche tu, nonostante il grande successo. “Sì, mi hanno fatto male le critiche che arrivavano soprattutto dai social. Mangiavo freneticamente e ho dovuto faticare per perdere quindici chili che avevo preso. Ma è stato un percorso anche questo, in cui ci è voluta molta voglia di reagire e molta consapevolezza per proseguire il cammino della musica, che è la mia vita”. Se dovessi riassumere in una parola il significato di questo tuo ultimo lavoro? Motivazione: questa è la parola che vorrei arrivasse come messaggio. Anche rileggendo i titoli delle canzoni da La vita da vivere, che è diventato il mio motto, a Il meglio che puoi dare, Il rimedio la vita la cura, sono tutte canzoni che canto prima di tutto per me stessa, e per essere credibile nel motivare gli altri”.
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